Questione attributiva del Ritratto di Luca Pacioli

RISCONTRI CRITICI

ATTESTAZIONE DI LUCA PACIOLI SU COLLABORAZIONE E DISEGNI PROSPETTICI DEI POLIEDRI DI LEONARDO ALLEGATI AL TESTO “DE DIVINA PROPORTIONE”

Nell’”Epistola” introduttiva al “De Viribus Quantitatis” il frate matematico Luca Pacioli rende esplicito riconoscimento a Leonardo da Vinci della collaborazione ed originaria concezione e pregevole esecuzione in “prospectivo disegno”, cioè in effetto prospettico ed altresì stereometrico tridimensionale, dei poliedri del “De Divina Proportione” (cfr.: “De Viribus Quantitatis” edizione Ente Raccolta Vinciana, Milano MCMXCVII, testo con trascrizione di Maria Garlaschi Peirani tratto dal codice n. 250 della Biblioteca Universitaria di Bologna e con prefazione e direzione di Augusto Marinoni)
“Et non manco ancora in la sublime altra nostra opera detta “Della Divina Proportione” nelli anni similmente salutiferi 1496 a lo excellentissimo et potentissimo duca di Milano, Ludovico Maria Sforza S.F. dicata et con dignissima gratitudine praesentata, ne fo discorso con le supraeme et legiadrissime figure de tutti li platonici et mathematici corpi regulare et dependenti, che in prospectivo disegno non è possibile al mondo farle meglio, quando bene Apelle, Mirone, Policreto e gli altri fra noi tornassero, facte et formate per quella ineffabile senistra mano a tutte le discipline acomodatissima del prencipe oggi fra mortali pro prima fiorentino, Lionardo nostro da Venci, in quel foelici tempo che insiemi a medesimi stypendii nella mirabilissima cità di Milano ci trovammo”.

Nick Mackinnon, The Mathematical Gazette, n. 77, 1993, pag. 143

 

 

“Il punto saliente del ritratto è il rombicubottaedro. E qui noi vediamo certamente la ineffabile mano sinistra di Leonardo da Vinci, che eseguì i superbi disegni per il De divina proportione, che, inoltre, pendono da un cordoncino negli originali. Pacioli lasciò Venezia per andare a Milano nel 1496 e rimase poi con Leonardo per due anni, durante quel periodo vennero fatte le illustrazioni per il De divina proportione. Inoltre, Pacioli dice nel De divina proportione che una collezione di poliedri in cristallo può essere trovata a Milano. Il rombicubottaedro non potrebbe essere eseguito più accuratamente ed inoltre l’artista ha complicato l’esecuzione mostrandolo mezzo pieno d’acqua e mostrando le conseguenti riflessioni e rifrazioni. In contrasto il dodecaedro (più facile a riprodurre) è al massimo un lavoro artigianale ben fatto.”

Geofroy Tory, “Champ Fleury”, 1529, Le Segond Livre, Feuil XIII

(trattato di “arte e scienza della dovuta e vera proporzione delle lettere attiche, altrimenti dette lettere antiche e volgarmente lettere romane,
proporzionate secondo il corpo ed il volto umano”).

«Frere Lucas Paciol du Bourg sanct sepulchre, de lorde des freres mineurs et Theologien, qui a faict en vulgar Italien vng livre intitule, Divina proportione, & qui a volu figurer le dictes lettres Attiques, nen a point aussi parle, ne baille raison: & ie ne men esbahis point, car iay entendu par aulcuns Italiens quil a desrobe ses dicte lettres, & prinses de feu Messire Leonarde Vince, qui est trespasse a Amboise, & estoit tres excellent Philosophe & admirable painctre, & quasi vng aultre Archimedes. Ce dicte frere Lucas a faict imprimer ses lettres Attiques comme sienne.»

“Fra’ Luca Pacioli di Borgo San Sepolcro, dell’Ordine dei Frati Minori e teologo, che ha scritto in volgare italiano un libro intitolato Divina proportione, e che ha inteso raffigurare le predette lettere Attiche, non le ha per nulla descritte, né dato spiegazione; ed io non ne sono per nulla sorpreso, perchè io ho sentito da alcuni italiani che egli ha sottratto dette sue lettere e prese dal fu Signor Leonardo Vinci, che è defunto ad Amboise che fu un molto eccellente filosofo ed ammirevole pittore e quasi un altro Archimede. Detto fra’ Luca ha fatto stampare le sue lettere come proprie.”